mercoledì 1 gennaio 2014

BAT LINH - RISCALDAMENTO DEGLI "OTTO ANIMALI FAVOLOSI": Kim Ma - Il Cavallo d'Oro

Cari lettori,
augurandovi un fantastico 2014 pieno di gioia e soddisfazioni, comunico che gli amici del Blog di Trento  VCI Dynamica Thien Van (Trento) hanno inserito un bellissimo articolo completo di un simpatico video dove è stato presentato la parte del riscaldamento riferita al cavallo.

http://vietchiinstitutetrento.blogspot.it/p/pagina-2.html

Stiamo riscaldando la parte inferiore del corpo e questi esercizi che lavorano principalmente sulle gambe sono molto efficaci.

Per pronto riscontro riporto quanto caricato sul blog dagli amici, però invito ovviamente ad andare sul loro blog soprattutto per VEDERE il VIDEO.



IL CAVALLO D’ORO – KIM MA
“L’Uomo sarebbe rimasto uno schiavo se il cavallo non lo avesse reso un Re”
(Elwyn Hartley Edwards)
 

Il cavallo venne addomesticato in Asia, nelle regioni steppiche centrasiatiche. Il suo uso come
animale "domestico" fu quasi da subito collegato in quella realtà anche all'uso bellico, fin dalla protostoria. Sia l'addomesticamento del cavallo (documentato fra i Sumeri già nel III millennio a.C. ma non realizzato da loro) che il suo uso a scopi bellici, sono infatti da collegarsi con la fioritura delle culture nomadi nelle steppe asiatiche. Testimonianze documentali sulle culture nomadi centrasiatiche definite con un termine-contenitore "Scite" ci vengono sia dai poemi omerici che da testi assiri del VII secolo a.C.: una descrizione precisa ne fa Erodoto, che parla chiaramente dei loro arcieri a cavallo.


Nelle antiche tradizioni il cavallo non fu considerato un animale come gli altri e la sua vita - o il suo destino - fu percepita come inseparabile da quella dell'uomo. Ne farebbero testo le usanze, spesso praticate sia dai popoli orientali (Cinesi, Tartari, Mongoli, Persiani) che europei (Vichinghi, Galli e Germani in genere), di seppellire il cavallo insieme al padrone defunto. Tra il cavallo e l'uomo infatti, s'instaura un particolare rapporto di simbiosi, fonte d’armonia o di conflitto.
Esso è un simbolo mitologico e raffigurato con la forza ed il vigore nei I Ching. Rappresenta una energia sempre in movimento capace di creare, ma mostra anche di essere una fonte di distruzione. L’astrologia cinese ha usato il cavallo come segno zodiacale raffigurante la ribellione. Correre sul cavallo con i capelli al vento è segno di libertà, di fuga ma anche di non sottomissione.
A causa della sua potente muscolatura e del suo carattere focoso simboleggia la forza dell’energia pulsionale: pericolosa quando è libera e mossa dai sensi, utile per la realizzazione spirituale quando è controllata e dosata. Domare un cavallo equivale a padroneggiare le pulsioni interiori. È la cavalcatura dei messaggeri divini, dei cavalieri o dei guerrieri spirituali. Ha talvolta una funzione psicopompa, come guida delle anime alla sede ultraterrena.

CURIOSITA’
Il primo monastero buddhista costruito in Cina fu quello di Baima (68 d.C.): secondo la leggenda, nel 64 d.C. l'imperatore cinese Mingdi vide in sogno un uomo d'oro e questa visione lo spinse a mandare suoi inviati in India per raccogliere sutra buddhisti; costoro, nel 67 d.C., caricarono i testi raccolti su un cavallo bianco e, accompagnati da due monaci indiani, tornarono a Luoyang. I due monaci restarono a Luoyang per tradurre i testi in cinese e il monastero prese il nome di "monastero del cavallo bianco", contrassegnato all'ingresso da due cavalli di pietra.
Questa storia riflette un mito assai diffuso in Asia, quello del cavallo bianco di origine solare; presente già nelle culture delle steppe, esso dilaga in Cina, in India, in Iran e da qui nell'Europa attraverso la Grecia: è da questo mito che nasce la scelta di cavalli bianchi per gli eroi mitici, i semidei (come i Dioscuri), i condottieri mitizzati (come Alessandro Magno) e poi tutti i grandi generali (e molti sovrani) della Storia, asiatica ed europea. In India il sacrificio di un cavallo bianco serviva ad assicurare il rapporto col sole e la prosperità del regno; nelle culture delle steppe i guerrieri erano seppelliti assieme ai loro cavalli. Anche il cavallo nero ha una grande importanza simbolica: divenuto spesso simbolo demoniaco in Occidente, in Asia era simbolo di forza e nel Mondo Islamico ritenuto il cavallo da combattimento per eccellenza. Ma in Cina, e soprattutto nelle culture delle steppe, il cavallo nero ha a che fare col mondo degli antenati, secondo concetti di derivazione sciamanica, e con la notte. 

Gli esercizi si eseguono dapprima con la gamba sinistra, poi con la destra e vanno ripetuti 9 volte per parte: 
1. calcio verso le natiche
2. calcio laterale
3. calcio frontale
4. calcio all'indietro
5. il drago cavalca il cavallo
6. galoppo verso l'esterno
7. galoppo verso l'interno
Nei calci il movimento delle braccia viene qui proposto nella medesima maniera, resta a voi provare versioni differenti per trovare quello che più vi riesce naturale e preciso (aprire invece che chiudere, movimento dall'alto verso il basso  o portato fino indietro al busto, ecc.)




Nessun commento:

Posta un commento