mercoledì 20 maggio 2015

Gestione del tempo….. vale la pena di svegliarsi presto nel week end?


Come tutti noi abbiamo avuto modo di provare ripetutamente in prima persona il tempo è una risorsa limitata, e quindi molto preziosa.

Oggettivamente, da quando si è scelto di leggere queste poche righe sono passati alcuni secondi, che indicano che, più o meno consapevolmente, si è scelto di dedicare del tempo a questa attività piuttosto che fare altro.

Vorrei condividere con voi una considerazione legata all’uso del tempo durante la settimana; per coloro che lavorano, tutte le ore lavorative, più i tempi di trasferimento per raggiungere il posto di lavoro più le pause (penso alla pausa pranzo), sono dedicate in modo diretto od indiretto all’attività lavorativa. Nel mio caso si parla circa di 10 ore e mezza di mio tempo che baratto per poter avere un ritorno economico.

Consideriamo ora che una persona abbia anche la necessità di dormire, magari 7 ore (8 sarebbero meglio….) e della giornata ci rimangono ben poche ore di cui disporre.

Quando riusciamo a trovare del tempo per NOI? E poi questo tempo, come decidiamo di impiegarlo?

Generalmente il week end è l’unico momento dove c’è la possibilità di scelta, con tutte le conseguenze che ne derivano (nel senso che avendo questa libertà, potremmo fare anche delle scelte poco…. convenienti).

Io ho scelto di cercare di dedicare il tempo libero alla mia crescita personale ed al benessere.

Ciò vuol dire che cerco di organizzarmi per leggere qualcosa che mi possa dare un beneficio o svolgere una attività fisica che contribuisca al miglioramento o almeno mantenimento della mia salute.

Sacrifico volontariamente l’ozio sul divano con la tv accesa.

Mi sono reso conto che, anche se sono stanco, mi ricarico di più facendo una attività fisica in compagnia, dosando il carico di lavoro compatibilmente con le energie a disposizione, piuttosto che stare stravaccato ed essere passivo spettatore di qualche rissa televisiva o piatto cucinato che mai mangerò.

Questa lunga premessa per introdurre all’attività svolta sabato 16 e domenica 17 maggio, in occasione dello stage di due giorni che si è svolto a Settimo Torinese.

Ero particolarmente stanco ed il mio istinto mi spingeva fortemente verso quella che per lui era la zona di comfort (cioè divano e dintorni).

Prendo consapevolezza e decido di partecipare, attratto dagli ipotetici benefici e forzandomi di dimenticare le certezze (anziché dormire mi sarei dovuto svegliare prima di quanto non faccia durante la settimana, attività fisica probabilmente impegnativa, livello di attenzione richiesto sempre alto).

Vorrei condividere con voi questa esperienza, per sentire anche una vostra opinione.

Ci troviamo per le 8.30 ed utilizziamo il car sharing per raggiungere la sede della palestra.

Prima mossa intelligente: si risparmia combustibile, si inquina di meno (un motore acceso anziché quattro), si sta in compagnia e si socializza (nessuno di noi era già di prima mattina in compagnia del suo smartphone per socializzare con qualcuno distante, anziché dire le stesse cosa, più o meno, con chi è a fianco a te).

Arriviamo puntuali e ci cambiamo, pronti per il riscaldamento delle 9.30.

Negli spogliatoi si incontrano facce conosciute, si chiede come va e continua quell’azione sociale per cui noi siamo programmati, al di la di cosa dicono i più recenti sistemi operativi installati dagli oggetti smart (??) che ci circondano.

Si scambia così qualche battuta con le persone che vengono da Oderzo (vicino a Treviso) il cui viaggio è iniziato poco dopo le 4 del mattino, con i compagni di pratica di Trento, che hanno scelto di dedicare un giorno di ferie ed arrivare venerdì per poter smaltire meglio gli oltre 400 km di distanza, con il gruppo che arriva dalla Polonia dove i chilometri sono oltre 1800 ed i giorni di viaggio sono due.

Mi sento quasi a disagio nei confronti di queste persone a dire che il mio vincolo era di svegliarmi un po’ prima del solito…. e tra me e me rifletto sul fatto di quali siano i veri vincoli…
Ci prepariamo per lo stage e mi rendo conto che il palazzetto è praticamente pieno di persone che vanno da 10 anni in su. Si percepisce fin da subito lo spirito di partecipazione interessata.

 Gli organizzatori, per il riscaldamento, hanno previsto la divisione volontaria in due gruppi; uno sarà condotto in maniera più dinamica e l’altro più morbida. Scelgo di far parte di questo secondo e l’istruttrice si stupisce di quante siano le persone che condividono questa scelta. Un piccolo segnale, su cui riflettere, che esprime i bisogni delle persone. Quante volte nella vita ci viene proposto di poter scegliere come fare le cose? In questo modo TUTTI hanno dato il loro massimo. Chi ha capito il messaggio lo potrà applicare anche in altri ambiti.

Dopo questi preliminari si entra nel vivo dato quando il Grand Master entra in palestra. Ci accoglie con un sorriso, ci chiede nella nostra lingua come va, inizia le azioni per entrare in empatia con il gruppo. Anche a noi, quando arriviamo in ufficio, ci attende sempre un sorriso, un come va…. vero??? La prima lezione ci è già stata fornita dopo solo un minuto!

L’esperienza continua a questi livelli per due giorni; gli argomenti proposti sono vari e lo scopo di questo post non è fare il report dello stage, ma solo stimolare una riflessione sui nostri schemi mentali e su quali siano i limiti che ci poniamo (per esempio cambiare dal “il week end mi riposo” al “lo uso attivamente per fare della attività che mi danno beneficio”). L’incoraggiamento alla crescita è presente in ogni frase detta dal G.M. che sostiene sistematicamente lo scambio di opinioni con i suoi allievi al fine di trovare soluzione pratiche ai problemi quotidiani.

Si vive continuamente un’esperienza costruttiva e motivazionale, una boccata d’ossigeno rispetto alla monotona e mediocre quotidianità.
Proprio sul tema dei vincoli e schemi mentali aggiungo la mia esperienza relativamente allo stage di domenica pomeriggio del maestro Piotr Bonikowsky sulle tecniche di autodifesa.

Allo stage hanno partecipato persone che arrivano da diverse estrazioni accomunate dal fatto che praticano discipline fondate dal Grand Master: viet vo dao, vo viet, viet tai chi, viet khi phap, viet chi kiem, viet chi dao,  ecc…

Quindi ci sono persone allenate al combattimento sportivo ed altre che non lo sono. Io faccio parte di questo secondo gruppo e temevo di non essere all’altezza sia come preparazione fisica che tecnica.

Essendo nel dubbio metto immediatamente in pratica una delle indicazioni appena date dal G.M.: vincere la timidezza, chiedere direttamente, senza passare per intermediari. Piotr, gentilissimo come sempre, mi rassicura e quindi partecipo, anche se non nascondo qualche remora.

Schema mentale: mi immagino che coloro che sono allenati al combattimento conoscano le tecniche di autodifesa molto bene ed inoltre temo di farmi male (o che mi facciano del male).

I fatti mi portano a dovermi ricredere. Le tecniche spiegate da Piotr sono molto semplici (3 o 4 movimenti al massimo), non lavorano solo sulla forza (si ragiona sulla psicologia per evitare una situazione e poi sui punti del sistema nervoso) ed hanno proprio in questa semplicità la chiave del loro successo.

Anche qui una lezione (anzi due: gli schemi mentali sbagliati e la forza della semplicità) da applicare in tutti i campi della nostra vita.

Bene…. siamo giunti alla fine di questo post che aveva come obiettivo il far riflettere sulla gestione del tempo e sugli schemi mentali; io ho modificato il mio e spero di aver dato al lettore qualche dubbio.

Per chi ha scelto di partecipare (circa 100 persone, provenienti da Svizzera, Polonia e da tante province italiane come Trento, Brescia, Verona, Treviso, Cuneo oltre che Torino) sicuramente un’esperienza unica che ha soddisfatto tutte le attese; per chi ha scelto di non partecipare (non sto parlando di chi aveva valide ragioni) beh…. il treno è passato e questa volta (o forse… ANCHE questa volta) non è salito.

Come sempre attendiamo i vostri commenti.

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